sabato 6 novembre 2010

Parental control

"Non è concesso sapere tutto." ("Odi, IV, 4, 22", Quinto Orazio Flacco, 65-8 a.C.)

 Internet e' una formidabile fonte di informazioni, per certi versi rappresenta una specie di trascrizione della conoscenza delle persone che vi hanno accesso. In senso integrale, sia delle nozioni corrette che di quele superficiali o sbagliate, idem per gli aspetti etici.

 Cercando, si trova quasi tutto. Compresi contenuti illegali, pericolosi o che possono comunque risultare inadatti a dei minori.

 Per questo in genere viene loro precluso l'accesso ad internet, per evitare che possano entrare in contatto con contenuti od interlocutori inadatti.

 Quando i bambini diventano ragazzi, questo guscio protettivo manifesta seri limiti: mantenerlo significa pagare un caro prezzo nell'accesso alle informazioni, rinunciarvi significa fargli correre dei rischi.

 La cosa migliore sarebbe consentire l'accesso alla Rete solo in compagnia di un adulto, ma questo puo' risultare poco praticabile perche' richiede tempistiche coincidenti e la capacita' da parte dell'adulto di evitare di inciampare in contenuti "imprevisti", che nella normale navigazione possono comunque capitare.

 Il rischio diventa quindi di mantenere troppo a lungo delle limitazioni od al contrario di esporre precocemente il minore a rischi difficili da controllare od anche solo da rilevare.

 Ci sono pero' delle tecnologie che promettono di ridurre il rischio che il minore incappi, per caso o deliberatamente, in contenuti sconvenienti: si chiamano genericamente "Parental control".

 Sebbene a titolo personale abbia poca simpatia per ogni forma di censura (ed in particolare quella su internet) credo che nel caso in questione si tratti di un male minore. Partendo da una richiesta che mi e' stata fatta ho avuto modo di compiere un piccolo approfondimento su questo tema.

 Tra i diversi articoli che ho trovato, mi sembra ben fatta la comparazione pubblicata dall'associazione "IlFiltro", che ha messo a confronto i prodotti piu' diffusi, sia gratutiti che a pagamento.

 Inizialmente ero molto scettico sulla possibilita' che simili strumenti potessero risultare minimamente efficaci, ma in parte mi sono dovuto ricredere: nel caso della navigazione su internet consentono di ridurre sensibilmente il rischio che i contenuti inadatti siano raggiunti inavvertitamente (ad es. tramite un motore di ricerca), e costituiscono un discreto (non invalicabile) baluardo anche nei confronti della deliberata ricerca di essi.

 Lo scopo di questi sistemi e' riuscire a bloccare non solo l'accesso a siti inadatti (mantenendo quindi una lista aggiornata di siti consentiti/proibiti) ma anche a discernere i contenuti da filtrare all'interno di siti generalisti, come ad es. i video pubblicati su youtube.

 Ne discende che evolvere ed aggiornare una simile infrastruttura comporta un considerevole sforzo economico, il che spiega come mai per questa esigenza non ci sia ancora una efficace soluzione opensource e basata sulla collaborazione degli utenti.

 Inaspettatamente (per me), una delle migliori soluzioni arriva da Microsoft: il ParentalControl incluso in Windows7 e' una soluzione gia' "pagata" dall'utente finale insieme al prezzo d'acquisto del sistema operativo, e funziona meglio delle sue concorrenti (pur non garantendo certo una protezione totale).

 Incuriosito, ho fatto qualche prova con una macchina virtuale con Win7 starter (la versione base, installata ad es. sui netbook da 300 euro attualmente in vendita) e devo dire che il risultato e' stato positivo: il sistema limita l'uso delle applicazioni, forza l'utilizzo dei motori di ricerca in modalita' "sicura" (come il SafeSearch di google) che gia' costituisce un buon filtro per evitare di cadere inavvertitamente in siti sconvenienti, ma soprattutto riesce discretamente bene ad impedire anche l'accesso deliberato a contenuti inadatti, consentendo al minore di richiedere eventualmente all'adulto di sbloccare successivamente l'accesso ad un sito dopo averlo esaminato. Ovviamente questo sistema si basa sull'uso di utenze diverse configurate sul PC: quelle dei genitori, che non sono limitate e possono amministrare quelle dei minori, che sono invece filtrate.

 Un sistema molto meno completo, ma anche molto meno intrusivo e' invece quello offerto dall'utilizzo di OpenDNS: configurandone l'uso (al posto del dns fornito dal proprio provider internet) sul proprio PC o se possibile sul ruoter adsl (in modo da indurne l'uso su tutta la rete interna) si puo' inibire la risoluzione dei nomi che corrispondono a siti inadatti in modo "trasparente" e prevenendo tra l'altro anche l'accesso a molti siti contenenti codice malevolo in grado di infettare il proprio PC.

 OpenDNS permette di mantenere anche un log delle richieste fatte, da cui ne discende una tracciabilita' della navigazione fatta negli ultimi giorni (sebbene cio' ponga problemi di Privacy). A me e' capitato di rilevare proprio da questo log che un PC "in transito" che e' rimasto attestato per qualche ora sulla mia rete era in realta' infettato e stava eseguendo con evidente soddisfazione gli ordini ricevuti dalla botnet di cui faceva parte, generando una incredibile quantita' di richieste al dns ;-)

 In conclusione direi che OpenDNS puo' essere una soluzione utile anche in assenza di minori, adottando poi Win7 con una opportuna configurazione si puo' anticipare probabilmente di qualche anno il momento in cui si puo' dare accesso (filtrato) ad internet ad un minore.

 Ovviamente, se l'unico smanettone in casa e' proprio il minore, probabilmente queste precauzioni non servono: sia perche' riuscira' ad aggirarle, ma soprattutto perche' per diventare cosi' esperto ha sicuramente gia' avuto ampio accesso ad internet.

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